Arva Ahmed
Esploratrice culinaria
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Arva Ahmed
Esploratrice culinaria
Mon, August 24, 2020
Scoprite la città usando le papille gustative: l'esploratrice gastronomica Arva Ahmed rivela i migliori locali etnici, i ristoranti classici imperdibili e i segreti culinari più introvabili.
Arva Ahmed
Esploratrice culinaria
Scoprite la città usando le papille gustative: l'esploratrice gastronomica Arva Ahmed rivela i migliori locali etnici, i ristoranti classici imperdibili e i segreti culinari più introvabili.
Nascosto in un angolo anonimo di Deira c'è il miglior locale palestinese di falafel e hummus della città. Questi non sono i soliti falafel asciutti e marroncini: dalle friggitrici del Sultan Falafel le polpettine escono sugose e di un verde brillante, dato che sono piene di erbe aromatiche come prezzemolo, coriandolo e aneto. I khubz (panini tipo pita) rigonfi appena sfornati dal ristorante consociato adiacente sono perfetti per creare sandwich d'artista. Ordinate anche qualche guarnizione: fave cotte a cottura lenta (foul), salsa al peperoncino (shatta), sottaceti, melanzane e cavolfiori fritti. Per finire aggiungete un po' di hummus vellutato e una spruzzata di salsa acidula al peperone verde e limone (tatbeela). Come sanno gli esperti, bisogna usare la forchetta per spalmare i falafel dentro la pita prima di aggiungere le guarnizioni.
Ben addentro al Meena Bazaar c'è un locale del Punjab che fa pollo tikka ed è uno dei preferiti della comunità indiana locale dal 1969. Sind Punjab prepara spiedini succosi di pollo marinato e li fa cuocere sulla carbonella per un risultato affumicato e delizioso. Nessuno è mai uscito da Sind Punjab senza assaggiare alcune delle altre specialità della casa: il cremoso pollo al burro e lo speziato chana masala con i ceci, da mangiare con una pila di friabile laccha paratha. Per attutire il sapore delle spezie, prendete un lassi (bevanda a base di yogurt) oppure provate il succo di canna da zucchero preparato al momento con un po' di lime.
Questo ristorante indiano vegetariano vecchio stile può sembrare privo di atmosfera, ma le famiglie indiane esperte di chaat (street food) adorano le sue pani puri. Queste palline (puri) di pasta croccante da mangiare in un boccone sono ripiene di fagioli mung, acqua al peperoncino piccante (pani) e chutney dolce al tamarindo e ai datteri. Il ripieno delle puri è liquido, quindi bisogna metterle in bocca intere, e gli aficionados sono capaci di ripulire in tempi da record diversi vassoi di questo esplosivo snack dolce-piccante-acido. Altri piatti molto apprezzati sono il riso soffiato piccante con mango crudo e chutney (bhel), un panino forte di patate e arachidi (dabeli) e un dolce fatto da una rete di pastella fritta (jalebi).
I minuscoli panifici afgani e pachistani disseminati a Old Dubai producono panini scottanti perfetti per accompagnare uno stufato piccante di lenticchie. Si possono gustare anche da soli, per strada, accanto al calore dei forni. Questo panificio, non più grande di una cabina, ha due tipi di forni: uno da pizza, dove cuocere i roti morbidi, piatti e flessibili, e un tanoor cilindrico, per i pani più croccanti e voluminosi. Io raccomando il loro pane ripieno, a forma di calza, che viene sbattuto sulle pareti calde del tanoor finché non si gonfia e diventa dorato. Provate la versione salata, con formaggio spalmabile e za'atar, o anche quella dolce, con miele appiccicoso e formaggio (attenzione: il miele diventa bollente!).
Troverete un sacco di commensali etiopi in questo locale, un ottimo segno per un ristorante che serve autentica cucina etiope ad Hor Al Anz. Proprietaria di Al Habasha è l'effervescente Sara, che fa arrivare ingredienti scelti come il burro e il tradizionale pane fermentato (injera) direttamente dal suo paese natale. Assaggiate lo stufato di pollo di un rosso acceso (doro wat), che è il piatto nazionale dell'Etiopia, servito a mestolate direttamente sullo spugnoso injera. Il servizio non prevede posate: per tradizione si mangia con la mano destra, usando l'injera per raccogliere pezzetti di cibo senza macchiarsi le dita (riuscire a evitare le macchie è una cosa rara).
Ci sono tante opzioni anche per i vegetariani, visto che in Etiopia si rispettano diversi "giorni di digiuno"; il misir (lenticchie) e lo shiro (stufato con farina di ceci) sono particolarmente buoni. I piatti tendono a essere molto piccanti, ma potete ordinare un po' di aib (formaggio in fiocchi artigianale) per rinfrescare il palato, oppure optare per la versione alitcha (dolce, o più letteralmente "codarda") degli stufati. I dessert non hanno spazio nella cucina tradizionale etiope, ma a fine pasto concedetevi la cerimonia del caffè, con tanto di incenso, tazzine minuscole, un caffè nero e forte e lo snack preferito in Etiopia da mangiare con il caffè: i popcorn!
Nessuno prepara gli involtini di uova come i chaiwallas di questa piccola caffetteria proprio dietro il Suk delle spezie a Deira. Qui fanno una omelette spumosa piena di peperoncino e la avvolgono in una friabile parotta del Kerala, un pane azzimo spalmato di crema di formaggio e con un po' di daqoos (come chiamano qui la salsa piccante). Chi è cresciuto a Dubai negli anni Ottanta chiede di aggiungere un ingrediente segreto: le Chips Oman, patatine piccanti rivestite di peperoncino rosso macinato, che non si mangiano solo per sgranocchiare qualcosa a metà pomeriggio, ma vengono sbriciolate dai fanatici in tutta una serie di alimenti ad alto contenuto di carboidrati. L'unica bevanda adatta ad accompagnare un panino anda parotta è il tè bollente. La caffetteria fa bollire le foglie di tè nero macinate con indicibili quantità di zucchero, latte condensato e qualche baccello di cardamomo, per una bevanda zuccherina e lattiginosa adorata dai locali.
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